Il corridore emiliano era risultato positivo all'Epo di terza generazione durante l'ultimo Tour de France. L'atleta: ''Ho sbagliato ma la sentenza mi delude. Il legale: ''Siamo sconcertati, la lealtà non è stata premiata''
Roma, 2 ott. - (Adnkronos/Ign) - Riccardo Riccò (nella foto) è stato squalificato per 2 anni dal Tribunale Nazionale antidoping. Il corridore emiliano era risultato positivo all'Epo di terza generazione durante l'ultimo Tour de France. La sanzione decorre dal 31 luglio scorso, quando è scattata la sospensione dell'atleta che potrà tornare a correre il 30 luglio 2010.
I 2 anni di squalifica comprendono 18 mesi comminati per assunzione di sostanza dopante e 6 mesi per la frequentazione con il medico Carlo Santuccione, inibito a vita dalla giustizia sportiva. La Procura antidoping del Coni aveva chiesto per Riccò una squalifica di 20 mesi.
Secondo il dispositivo della sentenza, il Tribunale Nazionale Antidoping presieduto da Francesco Plotino dichiara ''Riccò responsabile degli addebiti disciplinari che gli sono stati ascritti e, ritenuta la diminuente di cui all'articolo 10.5.3 del codice WADA in relazione alla violazione antidoping di cui all'articolo 2.1, gli infligge la sanzione di un anno e 6 mesi in ordine all'addebito di assunzione di sostanza dopante e la squalifica di 6 mesi in ordine all'addebito di frequentazione del Dott. Santuccione, già inibito a vita dalla giustizia sportiva. Così complessivamente vengono inflitti a Riccò 24 mesi di squalifica''.
Il Trubunale ''dispone che la sanzione decorra dal giorno della sospensione provvisoria (31 luglio 2008) con scadenza 30 luglio 2010. Dispone che la presente decisione sia comunicata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pescara e al Consiglio dell'Ordine dei Medici di Pescara, per i provvedimenti di rispettiva competenza''.
Molto deluso e amareggiato l'atleta: ''Mi aspettavo maggiore comprensione - ha detto Riccò - anche se ho sbagliato ed è giusto che paghi''.
Più duro il commento del legale. ''Siamo sconcertati, la lealtà non è stata premiata. Non è mai bello parlare dopo una sanzione aumentata rispetto alla richiesta della Procura. Se Riccò avesse taciuto, avrebbe ottenuto probabilmente lo stesso risultato'', ha detto l'avvocato Alessandro Sivelli.
La Procura antidoping aveva chiesto una squalifica di 20 mesi per l'atleta, che si aspettava uno sconto di pena in virtù della collaborazione garantita agli inquirenti. ''Se Riccò avesse taciuto sarebbe stato squalificato ugualmente per 2 anni. La sua lealtà non è stata premiata e per questo siamo molto delusi'', aggiunge Sivelli evidenziando che ''c'è spazio'' per impugnare la sentenza e proseguire l'iter disciplinare.
(DAL WEB)