lillà BOLLICINA SENIOR GOLD
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| Subject: La bicamerale resta al palo. Tue Nov 11, 2008 9:43 pm | |
| Nel centrodestra ora tutti si chiedono cosa c’è dietro la mossa di Fini, che ha proposto, insieme a D’Alema, una commissione bicamerale per il federalismo fiscale. La risposta che va per la maggiore non si ferma al dato tecnico (è utile o non è utile?), ma allunga lo sguardo ai progetti politici del presidente della Camera e dell’ex premier: entrambi si tengono la mano e si candidano alla leadership dei rispettivi schieramenti. Il più diffidente è il premier, che mette in fila tutti gli smarcamenti di Fini. Ha criticato il governo per l’eccessivo uso dei decreti. Ha sostenuto che prima vengono le riforme costituzionali e poi il nuovo regolamento parlamentare, al quale invece Berlusconi tiene tantissimo per rendere più veloci l’iter delle leggi. Era pronto a concedere il voto segreto sulla nuova legge elettorale europea, costringendo il Cavaliere a ritirarla. E’ di questi ultimi giorni poi la polemica sulla Finanziaria arrivata in aula senza che sia stato discusso un solo emendamento: Berlusconi ha minacciato di mettere la fiducia e Fini ha replicato che sarebbe «politicamente deprecabile». Ora c’è questo asse con D’Alema riemerso con forza l’altro giorno al convegno promosso ad Asolo dalle Fondazione finiana FareFuturo e da quella dalemiana Italianieuropei. Questa lettura «maliziosa» delle sue mosse fa sorridere il presidente della Camera. «Ma per carità... Intanto non è stata proposta nessuna Bicamerale come quella di D’Alema del 2001, ma un percorso per agevolare l’approvazione del federalismo tanto caro alla Lega. Il rischio - secondo Fini - è che i decreti attuativi del federalismo fiscale si arenino nel passaggio attraverso dodici commissioni, sei alla Camera e sei al Senato». «È un modo per dare una mano al governo», conferma l’ex presidente della Camera Violante. Si tratta semplicemente di una proposta «tecnica», spiegano i collaboratori di Fini: è piuttosto strano che tutti si siano messi paura nel sentire parlare di «bicamerale» e non hanno invece tenuto conto dell’altro tema «veramente politico» rilanciato ad Asolo, cioè la bozza Violante. Per la verità Bossi questo altro tema non se l’è fatto sfuggire e ha subito detto che questa bozza sulle riforme costituzionali è già «superata». E in questa direzione ieri il vicecapogruppo del Pdl al Senato Quagliariello ha annunciato che verrà varata nei prossimi giorni «una nuova proposta» su federalismo e riforme. Comunque, aggiungono ai piani alti di Palazzo Montecitorio, ci sarà un emendamento ispirato da D’Alema per istituire una commissione bicamerale: se verrà bocciato «amen e auguri a chi dovrà affrontare le forche caudine delle dodici commissioni parlamentari». A sparare contro la proposta Fini-D’Alema sono in tanti nella maggioranza, a partire dal ministro Brunetta: «C’è già una bicamerale che riguarda le Regioni. Non vedo la necessità di altri organismi». Per il deputato Pdl Osvaldo Napoli «il federalismo può essere discusso nelle sedi parlamentari proprie: una Bicamerale avrebbe senso per elaborare i principi della riforma, ma questo lavoro, grazie a Calderoli, è stato fatto con i Comuni e le Regioni». Un mezzo stop arriva anche dal capogruppo Pdl del Senato Gasparri, esponente di An: «Ben venga tutto ciò che accelera e semplifica le decisioni. Gli organismi esistenti possono essere rafforzati, più che duplicati». Un altro esponente di An, Italo Bocchino, è invece d’accordo con la proposta di Fini e D’Alema: «Non deve destare scandalo l’idea di affidare il delicato compito ad una commissione ad hoc, che eviti la palude dell’esame da parte di numerosi organismi». «Avremo tempo per pensarci», ha dribblato La Russa occupato con le celebrazioni del 4 Novembre. Ma la priorità non è il federalismo fiscale: «Con tutto il rispetto per la Lega - ha osservato Casini - bisognerebbe pensare a dare ossigeno alle famiglie che non arrivano alla fine del mese». (DAL WEB) | |
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