Roma, 2 mag. (Adnkronos/Ign) - E' stata impiccata ieri in Iran Delara Darabi, la pittrice condannata a morte per l'omicidio di un parente avvenuto nel 2003 quando aveva 17 anni. L'esecuzione ha avuto luogo nella prigione centrale di Rasht, nell'Iran settentrionale. La pena capitale è stata eseguita nonostante fosse stata accordata all'imputata, il 19 aprile scorso, una sospensione di due mesi, grazie alle pressioni internazionali.
La ragazza, in carcere da cinque anni, aveva inizialmente confessato l'omicidio, ritrattando poi e accusando il compagno di essere l'autore materiale del delitto. Nel 2006 Amnesty International aveva lanciato una campagna per salvarle vita. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, il processo terminato con la condanna a morte era stato iniquo, non avendo i giudici preso in considerazione prove che avrebbero potuto scagionarla dall'accusa di omicidio.
L'impiccagione, si legge sul sito web di Amnesty, ''è avvenuta senza che l'avvocato di Delara Darabi ne fosse stato messo a conoscenza, nonostante la legge preveda che i legali dei condannati a morte debbano essere informati 48 ore prima dell'esecuzione''. Per l'organizzazione, ''si è trattato di una mossa cinica delle autorità iraniane per aggirare le pressioni nazionali e internazionali che avrebbero potuto salvare la vita di Delara Darabi''.
Quella di Delara Darabi è stata la 140esima esecuzione in Iran dall'inizio dell'anno, la seconda nei confronti di una donna e la seconda nei confronti di un minorenne al momento del reato. L'Iran ha messo a morte almeno 42 minorenni dal 1990, in totale disprezzo degli obblighi internazionali che stabiliscono il divieto assoluto di mettere a morte persone per un reato commesso quando avevano meno di 18 anni.
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