Frequenze tv, battaglia in Aula
Veltroni: «Stanno sbagliando»
Governo battuto su un articolo in materia di caccia. Caso Rete 4, Vito: riformuliamo il testo. Leader Pd: forzatura
ROMA - Schermaglie in Aula, ostruzionismo dell'opposizione e primo stop per il governo. Un esame movimentato alla Camera: sul tavolo il decreto legge sull'attuazione di obblighi comunitari, al quale il governo ha presentato l'emendamento relativo alle frequenze tv, il cosiddetto «salva-Rete 4» contestato dall'opposizione. Che a Montecitorio segue la strada, promessa, dell'ostruzionismo, senza retrocedere neanche quando il ministro per i Rapporti con il parlamento, Elio Vito annuncia che il governo riformulerà l'emendamento.
OSTRUZIONISMO - La giornata inizia con la protesta dei deputati di Pd e Idv, che lasciano l'emiciclo, mentre quelli dell'Udc rimangono al loro posto. Il «colpaccio» va a vuoto: il quorum, alla prima votazione, c'è. Anche se i lavori in Aula rallentano moltissimo, tanto da indurre il governo ad optare per la riformulazione.
SCIVOLONE - Poi le assenze nelle file del Pdl provocano uno scivolone del governo, con la bocciatura di un emendamento dell'esecutivo (sulla fauna selvatica e la caccia) al decreto legge in materia di assolvimento di obblighi comunitari, (quello che, come detto prima contiene, fra l'altro, la norma sulle frequenze tv contestata dall'opposizione). L'emendamento non passa per due voti. Tre deputati si astengono. Numerosi i deputati del Pdl assenti al momento del voto. Per la precisione circa il 32% (42 in missione e 45 assenti) degli eletti alla Camera per il Popolo della Libertà e il 20% dei parlamentari della Lega (6 in missione e sei assenti). Al gran completo invece il Pd, l'Idv e l'Udc, con percentuali di presenza pari rispettivamente all'82, al 93 e al 97%.
«FALLITO IL TENTATIVO DI UN ACCORDO» - Il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani minimizza l'accaduto. «In questo caso la maggioranza non è stata diligente, visto che più di cento deputati non erano presenti» spiega Romani. «Forse per mancata organizzazione o per un minimo di stanchezza, ma non mi sembra che si possa parlare di un problema di carattere politico» aggiunge, sottolineando che sull'emendamento «salva-Rete4» il governo ha tentato di arrivare a un'intesa con l'opposizione ma senza riuscirci.
PD - Chi non minimizza è invece il leader del Pd Walter Veltroni, secondo cui la bocciatura dell'emendamento su fauna e caccia «dimostra che stanno facendo una cosa sbagliata. Penso ne siano consapevoli - dice l'ex sindaco di Roma - . La difficoltà alla prima prova impegnativa testimonia che non basta avere i numeri sulla carta ma che bisogna convincere». Le modifiche apportate all'emendamento non piacciono all'opposizione. «Sono «marginali» a giudizio del Pd, che annuncia l'intenzione di andare avanti in Aula alla Camera con un atteggiamento di «opposizione ferma, netta e dura>>.
IDV - «Il motivo di questo muro contro muro - spiega il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi - è che ormai siamo all'emergenza democratica. C'è un presidente del Consiglio che per l'ennesima volta fa votare una norma a suo favore e questa volta non contro l'opposizione, ma contro la decisione della Corte europea». E successivamente proprio il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro chiede al presidente della Repubblica di «non controfirmare il decreto sugli obblighi comunitari almeno nella parte in cui invece di dare esecuzione ad una sentenza della corte di giustizia Europea la raggira». «Il nuovo emendamento presentato dalla maggioranza al decreto sull’emittenza tv è solo una lavata di faccia - sostiene l'ex pm - un’altra presa in giro».
LE MODIFICHE - Due le modifiche apportate dal governo al decreto per l'attuazione di obblighi comunitari definito dall'opposizione come «salva-Rete 4» per venire incontro alle richieste proprio dell'opposizione, la quale le ha però ritenute insufficienti annunciando la prosecuzione dell'ostruzionismo parlamentare. I ritocchi all'emendamento riguardano il comma due dell'articolo 8-bis e prevedono una che le licenze individuali già rilasciate siano «convertite» (e non più «modificate») su iniziativa del ministero dello Sviluppo economico e l'altra che tale conversione avviene in linea della legge in approvazione e, elemento nuovo, «della normativa comunitaria».
SI RIPRENDE MERCOLEDÌ - L'esame del decreto legge sull'attuazione di obblighi comunitari slitta a mercoledì alle 9, nell'Aula della Camera, Lo ha comunicato all'Assemblea di Montecitorio il presidente Gianfranco Fini riferendo di una «intesa in tal senso tra i gruppi». Restano ancora da votare diversi emendamenti al testo del governo, oltre ai subemendamenti ad essi relativi presentati dall'opposizione: il che lascia presumere che al via libera sul provvedimento non si possa giungere prima di giovedì.